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Fabio Mosti
Sibani Dane

Cavalieri e viandanti tra Bologna e il Brasimone

Ferragosto 2008 ( autrici: Tomoko e Chiara )

"Oh, che fatica che abbiamo fatto!"
"Bè, tutto sommato si sono comportati bene, no?"
"In effetti ammettiamolo, alla fine ci siamo divertiti un bel pò anche noi."
Ore 18.30 circa del 17 agosto, siamo a bordo del camion che riporta noi e i nostri carissimi compagni a quattro zampe verso la nostra Bologna. Dopo quattro magnifici giorni di trekking, noi cavalieri siamo rimasti meravigliati dal nostro fisico che testimoniava come la solita frase "siamo rientrati sani e salvi" era troppo poco. Certo una stanchezza minima ognuno di noi la sentiva. Ma era giusta e piuttosto piacevole grazie alla grande soddisfazione che abbiamo avuto.
Allora chi è che si lamentava? Bè, avete già capito. I nostri cavalli. Per loro è un lavoro. Non è del tutto rose e fiori. Una bella fatica la fanno. Eppure sanno farci godere così tanto. Vedendo le loro immagini nel monitor del camion e "ascoltando le loro voci" non abbiamo potuto fare a meno di dire "Grazie, ragazzi. Siete stati veramente grandi."
Bene, adesso vi raccontiamo tutto. Via!

viaggio bologna brasimone maneggio cavalli

i nostri compagni di viaggio

brasimone cavalli racconto

14 agosto 2008 L'appuntamento. Ore 8.30 al maneggio Cavaioni.
Lì ci incontriamo: partiremo in undici, anche se la comitiva si allargherà strada facendo. Eccoci: prima di tutto Cinzia e Alberto, gli istruttori del maneggio nonchè organizzatori del trekking. Poi Claudio Sassi e la figlia diciassettenne Veronica; Sandra, la mamma, sarà il nostro gentilissimo supporter in auto, mentre Claudio e Veronica saranno non solo compagni di viaggio ma anche insostituibile guida attraverso il loro territorio. Una precisazione: papà Claudio non è solo papà e provetto cavaliere, ma anche sindaco di Grizzana Morandi: un'onore oltre che un piacere, dunque, la sua compagnia.
I sette del Cavaioni (rigorosamente in ordine alfabetico): Chiara, Franca, Martina (quattordicenne biondo Haflinger), Mauro, Renzo, Teresa (mamma di Martina), Tomoko.

Bene, siamo prontissimi. Ci fermiamo un attimo nel campo del maneggio per un piccolo briefing. Il cielo azzurrissimo ci augura un buon viaggio, si compone la fila. Ok, partia...
Noooooooooooooooooooo!
Un urlo. Cosa è successo? Ci giriamo tutti. Vediamo Teresa per terra. Non è che è caduta. E' Fausto, il suo cavallo, che si è accasciato di colpo per la tentazione di rotolarsi, facendo atterrare Teresa sulla sabbia tiepida e morbida. Ma con due robuste carezze dei piedi Fausto ci ripensa e si rialza. Ma proprio qui e adesso dovevi farci questo scherzo? Niente di grave, per fortuna. Una risata e vai! ...
Anche se il sole picchia, la giornata asciutta ci offre una freschezza gradevole appena entriamo in mezzo ai boschi. Bisogna dire che così abbiamo proseguito fino all'ultimo giorno: sempre un sole splendido, al massimo qualche nuvoletta nel cielo, e nell'aria i venticelli che danzano tra gli alberi o sorvolano dolcemente sopra le creste maestose dei colli appenninici. Che fortuna!

galoppata palazzo De Rossi

galoppata a Palazzo de' Rossi

guado del fiume Reno verso la confluenza con il Setta

guado del fiume Reno verso la confluenza con il Setta

La mattina, in direzione di Sasso Marconi, abbiamo raggiunto Palazzo de' Rossi dopo aver percorso un lungo tratto del Reno. Cavalcare in acqua è una sensazione che tutti dovrebbero provare. Lungo un'ampia cavedagna nei pressi dell'antico palazzo patrizio, la cavalla di Martina, Sofia, inebriata dal galoppo e dallo spazio aperto, ha preso una velocità supersonica, costringendo la giovane amazzone a una volta che l'ha, sì fatta rallentare, ma non le ha impedito di cadere per terra, sotto gli occhi atterriti di mamma Teresa, già a sua volta caduta. Ma anche questa volta, nulla di grave, solo un pò di suspence. Del resto, bisogna anche aspettarsela quando si va a cavallo, giusto?

Per il pranzo, eccoci a Ca' Fortuzzi (sopra il Piccolo Paradiso, a Sasso Marconi, ma già nel comune di Marzabotto). E' una struttura equestre dove c'è l'istruttore Valerio, amico di vecchia data di Cinzia e Alberto nonchè cavaliere di Figura, uno splendido stallone andaluso che ha affascinato tutte le (numerose) cavalle del Cavaioni. Si consuma qui la prima grande magnata e bevuta di questo trekking, che rimarrà memorabile anche per l'ottima e robusta cucina appenninica di cui ci siamo deliziati, nel primo e nei successivi giorni. Un giro eno-gastro-ippico in cui abbiamo gustato tortelloni, tortellacci con funghi o ragù, gramigna con salsiccia, ottime carni alla brace, crescentine e affettati e formaggi, rossi e corposi vini non solo sangiovesi. Il peso-forma non ne ha tratto giovamento, ma il palato e il cuore sì.

pranzo a Ca' Fortuzzi

pranzo a Ca' Fortuzzi

percorso naturalistico di Monte Sole

percorso naturalistico di Monte Sole

Dopo un paio d'ore lasciamo il posto per raggiungere Monte Sole. Incontriamo la chiesa duecentesca di San Silvestro, affrescata, dove un gentile signore ci fa abbeverare (noi umani ed equini) con freschissima acqua di sorgente. Attraversando la forcella tra il M.te Sole e il M.te Caprara ci immergiamo nel percorso naturalistico e memoriale dello splendido parco. La giornata così limpida ci vizia. Proseguendo sulle creste dei colli, paralleli all'autostrada A1, le macchine che corrono sotto di noi sembrano modellini. Laggiù dentro le auto ci sarà pure l'aria condizionata, ma noi ci stiamo godendo quella naturale, quassù. Vedute a 360 gradi sui crinali. Non vorremmo essere tanto presuntosi da dire che ci sentivamo come un dio, ma di sicuro più di una volta ci è capitato di sentirci un paio di ali come angioletti.

La sera arriviamo a Podere Termine, ancora nel territorio di Marzabotto. Ci accolgono Federico e Eveline Bernardi, allevatori di splendidi Haflinger, e Renato Rondinella. Mettiamo i nostri cavalli nei diversi paddock. Li teniamo d'occhio perchè non si diano troppe testate mentre bevono l'acqua da uno solo secchio a disposizione. E' buffo constatare la loro gerarchia. La Morganina, il cavallo di Tomoko, che evidentemente non ha nessun potere gerarchico, aspetta il suo turno buona buona... Si avvicina piano mentre gli altri non mollano mai l'abbeveratoio... Alluga un pò il collo e beve timida timida. Che tenerezza... Dopo aver montato le tende e fatto la doccia, si mangia, di nuovo in abbondanza, anche storione alla brace. Si uniscono a noi due graditi ospiti, affezionati e provetti cavalieri del maneggio Cavaioni, Claudio e Marco, che perù questa volta hanno potuto soltanto raggiungerci la sera, in sella alle loro moto anzichè ai cavalli, senza partecipare al trekking. Aiutata dal buon vino, la conversazione si innalza a esplorare concetti importanti come quelli di archetipo e stereotipo maschile, che ci vengono illustrati dalla dotta Teresa. Poi la serata si conclude cercando nel cielo le stelle cadenti, come si conviene a una notte ferragostana.
Buonanotte!

Carmen e Morello cavallo

Carmen e Morello

Grizzana in festa

Grizzana in festa

15 agosto
Verso le 6.30 sentiamo la voce di Cinzia. "Ragazzi, vi conviene alzarvi subito per chiudere le tende. Sta arrivando il temporale!".
Nooooooooooooooooo!
Una goccia cade sopra il naylon, due, tre, dieci, cento
Noooooooooooooo! Oh, tanto vale che aspettiamo che passi. Così intanto ci vestiamo, facciamo la valigia sperando che il temporale scappi via in fretta. Dopo cinque minuti la frequenza dell'acqua diminuisce gradualmente.
Poi tac! Ricompare di nuovo il bel sole. Il temporale ha ceduto presto al nostro entusiasmo. E in effetti di acqua ne abbiamo avuta veramente pochissima. Solo qualche goccia la sera o al mattino presto, giusto per spazzare via il calore accumulato.

Si parte. Si aggiungono al gruppo già numeroso anche Federico (con Zilly) e Renato (con Zwedy). La direzione è Grizzana Morandi, oltrepassando una imponente salita sul M.te Sàlvaro (1000 mt.). A Grizzana in festa per il Ferragosto attraversiamo il paese lungo via Pietrafitta, poi prendiamo verso Stanco, Terre Bianche e infine Prada, dove sostiamo al ristorante La Prada per il pranzo. Sempre mangiamo a sazietà. ....Come finiamo se continuiamo così? Niente paura, da domani dieta. Una famosa frase che nessuno prende sul serio... Spesso, quando organizziamo un trekking, facciamo la pausa pranzo all'aperto con qualche panino da mangiucchiare o un picnic con vino e dolci ecc. Ma questa volta la scelta è stata "seduti a tavola". Ogni soluzione ha i suoi pregi e difetti. L'importante, comunque, è avere una buona compagnia con cui scherzare e ridere per smaltire la tensione della cavalcata e riposare bene, sia noi che i cavalli. La gente spesso pensa: "Ma che tensione e tensione! Siete seduti comodi comodi tutto il tempo". No, non è così semplice. Abbiamo sempre a che fare con un essere potentissimo e imprevedibile, seppur bene addestrato. Rilassarsi sì, ma distrarsi mai, e questo comporta appunto tensione, della testa e dei muscoli. Possiamo creare un bel rapporto con loro solo cercando di capirci in continuazione, e dunque stando continuamente attenti.

ristorante La Prada

ristorante La Prada

Dintorni della Scola

Dintorni della Scola

Dopo pranzo, si riparte attraverso il castagneto di S. Abramo, verso M.te Acuto Ragazza. Poi Boscalto e la forcella tra Montovolo e M.te Vigese, che aggiriamo fino a raggiungere il borgo e la chiesa di Verzuno. Da qui puntiamo a La Scola attraverso un bosco costellato di edicole votive (gli sdalèn nella lingua locale). Il nostro è anche un viaggio attraverso luoghi di devozione, e ci sentiamo sempre come in compagnia degli antichi viandanti e cavalieri che per secoli hanno percorso queste strade per recarsi a chiese e fiere. Ci sentiamo parte, in un solo momento, della storia e della natura, entrambe antiche, misteriose e insieme rassicuranti.
Verso le 17 arriviamo alla scuderia di Claudio Sassi, nei pressi della fontana a La Scola. La Scola è uno splendido borgo, magnificamente conservato, dove la sera alcuni di noi si inoltrano per un'esplorazione notturna, in cui possiamo anche ammirare un cipresso vecchio di 800 anni. Si dice che sia il più vecchio in Europa.

Bene, noi scendiamo dal cavallo pronti a dissellare... Nooooooooooooo!
Questa volta è Mafalda, la cavalla di Franca, che tenta di rotolarsi con la sella ancora adosso. Calcialooooooo! Povera Franca: dover calciare la sua amatissima bestiola... Da quel momento fino alla fine del trekking ha dovuto per questo sopportare l'accusa di antiambientalista che le hanno impietosamente conferito i compagni di viaggio... Ma cosa doveva fare altrimenti? Doveva calciare per forza il suo cavallo per proteggene la schiena, facendolo rialzare. Poi chi è che l'incitava? Gli stessi che poi l'hanno accusata. Se Franca ha un tantino esagerato nel gesto ...bè ...succede, no? Per correttezza è giusto dire che Franca ama così tanto gli animali che è diventata perfino vegetariana. Altro che una torturatrice di animali! Che amici ingrati e ingiusti!

relax alla Scola

relax alla Scola

la scola

la Scola

La notte la passiamo comodi comodi nella Locanda "Il Sole" in località Chiosi (Grizzana Morandi), decisamente un posto confortevole con camere e ristorante a cucina tradizionale, specialità funghi e tartufo. Ci accolgono la gentile signora Ines e la sua famiglia, compreso il gatto Rossi, che tutti abbiamo invidiato perchè vivere lì per un gatto è una vera pacchia. Ci raggiungono per cena Eveline e Marco.
Dimenticavamo di precisare su Marco: compare spesso nei vari racconti dei trekking del Cavaioni ( a chi non li ha ancora letti, suggeriamo di farlo presto, andando a vedere sul sito del maneggio www.maneggiocavaioi.com). E' un cavaliere di vecchia data e fede sicura.
Buonanotte!

16 agosto
Dopo aver dormito bene sui comodi letti della signora Ines, ci alziamo di buon umore e ci prepariamo per andare al bacino del Brasimone, uno dei posti più suggestivi di questo trekking.

Partendo, cerchiamo di mandare a casa il cagnolino di Claudio Sassi, che invece insiste a seguirci. Via! Via! Ok, il cane è la miglior compagnia anche per la passeggiata a cavallo, ma lui zoppica. Ha qualche problema tipo artrite, pare... Non vogliamo che si sforzi troppo. Niente da fare. Si è messo in testa che senza di lui non ce la facciamo. Corre corre dimenticando di avere il male alla zampa... Che forza che ha. Complimenti!
La direzione è Montovolo, in carrareccia, poi Burzanella, vicino alla "Marisa". E' un tratto della via Francigena, un sentiero in cresta per proteggersi dai banditi. Dopo il passo dello Zanchetto, circa l'una, si comincia a sentire nell'aria qualcosa di intrigante... Cosa succede? Opplà! Si alza il sipario e si apre davanti a noi un panorama incredibile. Circa 100 metri sotto, una grandiosa veduta del lago Brasimone preceduto dall'immenso prato. Evviva!!! Grande applauso. Dai, adesso facciamo una bella galoppata!!! No no no. Emozionati, ok, quanto volete, ma esagerare no. E' tutta discesa assai ripida. Rischiamo di rotolarci insieme a cavallo per finire con un bel tuffo nel lago. Se avessimo portato il costume il discorso sarebbe diverso... "Calmatevi! Domani torniamo. E galoppiamo in salita." D'accordo!

verso il Brasimone

verso il Brasimone

lago brasimone

lago Brasimone

Oltre il cane, quel giorno abbiamo avuto una altra guardia del corpo. Una scorta sulla moto. Non è il vigile che ci voleva tenere d'occhio, ma Claudio, che è venuto ancora a trovarci da Bologna. Lungo la riva del bacino, anche se solo per qualche metro, è proceduto a passo di cavallo accanto a noi. E' stato simpatico avere anche quel tipo di compagnia. Siamo versatili, noi del Cavaioni.
Pranziamo alla Gabana, gongolandoci per il fatto di aver fatto un buon tempo di percorrenza: 5 km./h in media al passo, per salite e discese, soste comprese, in una carovana di tredici persone quali siamo...Niente male!

Dopo pranzo, appena ripartiti, cade Renzo dall'immensa Magda che si imbalza. Poco male: l'atletico cavaliere si rialza senza colpo ferire. Costeggiamo il ruscello Brasimone, dove facciamo abbeverare i cavalli. Poi imbocchiamo la strada dei Lavaccioni attraversando una magnifica faggeta, ormai in direzione della Toscana e della provincia di Prato.

abbeveraggio al lago brasimone cavalli

abbeverata al lago

abetaia di Poggio di Petto

abetaia di Poggio di Petto

Ed eccoci nella pineta di Poggio di Petto, che costituisce un magnifico parco naturale a 1121 mt. Prima di discendere al rifugio "Al Pino", si apre davanti a noi un orizzonte di cielo e colline da mozzare il fiato, che compare all'improvviso all'uscita dal bosco, al termine di un'erta salita. Sembra una visione paradisiaca. E anche dal rifugio il panorama non scherza, col Mugello, il Bilancino e uno scorcio di Pistoia che spaziano a 180°.
Cena ancora una volta ottima e abbondante. Questa volta l'argomento principale della conversazione è l'amore (come poteva mancare?!). Quali sono gli ingredienti che fanno l'amore eterno? Bella domanda. Chi dice la fiducia, chi pensa la condivisione, chi sostiene dare il meglio di sè grazie all'altro, chi invece entrare nella testa dell'altro...Forse però ha ragione soprattutto Alberto, che ci mette tutti a tacere dicendo che l'ingrediente principale dell'amore eterno è...un gran c...! Pardon, una gran fortuna.

Dopo pranzo, appena ripartiti
Fuori dal ristorante, ci liberiamo a fatica di un asino agitatissimo per la presenza delle numerose e belle cavalle nei box. Per scacciarlo, soprattutto il poderoso intervento di Veronica è stato risolutivo: la ragazza ha grinta e fegato da vendere, sul cavallo e giù dal cavallo! La sera è tersissima, con tanto di eclissi lunare. Abbiamo avuto tutte le fortune. Dopo tre giorni di stretta convivenza, abbandonato ormai ogni freno inibitore, nonostante in maggioranza siamo decisamente adulti ci lanciamo a giocare come bambini a Jack in cucina. Le risate non sono mancate.

tra la Toscana e l'Emilia

tra la Toscana e l'Emilia

la Succhiata

la Succhiata

La notte la passiamo chi in tenda, chi in camerata: spartanamente, comunque, come del resto si addice ad avventurosi cavalieri. Da notare però che mamma Sandra ha rifornito la tenda delle ragazze (Martina e Veronica) con cuscini e piumini di prima qualità: perchè la mamma è sempre la mamma... Buonanotte!
17 agosto
E' l'ultimo giorno. Ci alziamo con calma, un pò immalinconiti, e imbocchiamo presto l'abetaia in direzione della Succhiata. Passiamo poi per una faggeta attraversata da quello che un tempo era il confine tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana. Si tocca la storia con mano. L'ultimo pranzo lo facciamo all'agriturismo "La Succhiata", occasione di tante ultime foto e di solenni brindisi: a tutti noi, alla sapienza umana ed equina di Claudio Sassi, all'organizzazione di Alberto e Cinzia, che fanno del maneggio Cavaioni un paradiso per cavalli e uomini.
Senza scherzi.

Nel pomeriggio ci dirigiamo di nuovo verso il Brasimone, percorrendo i prati adiacenti fino a Poranceto, poi sulla cresta dei rilievi che circondano il lago. Il percorso finale è lungo sentieri bellissimi in mezzo a una natura silenziosa. Questo tipo di silenzio serve moltissimo a farci cacciare via i vari "rumori quotidiani" che invadono il nostro cervello. In generale quando viaggiamo in sella non facciamo gran chiacchiere tra di noi cavalieri. Come dicevamo, soprattutto dialoghiamo con il nostro cavallo e con la natura che ci circonda.
Sui prati in salita che circondano il lago ci aspetta la galoppata promessa, galoppata di congedo: felici, noi e i cavalli, di poter correre in libertà.

L'ultima galoppata brasimone

L'ultima galoppata

sullo sfondo di Montovolo

sullo sfondo di Montovolo

Infine siamo di nuovo al passo dello Zanchetto, in comune di Camugnano, a 6 km. dal Brasimone verso il bacino di Suviana.
Qui Claudio e Veronica ci salutano, tornando alla Scola in groppa ai loro cavalli, Giamaica e Argentina. Noi carichiamo i nostri destrieri su un camion e su un trailer.
Così torniamo sani e salvi, anzi ancora in forma, alla nostra base, inizio e fine di ogni escursione presente, passata e futura: il maneggio Cavaioni. Fatto un ultimo brindisi, quando ormai fa buio, ci salutiamo e ognuno riprende la sua strada e la sua vita. Coi cavalli nel cuore.

Arrivederci al prossimo trekking!